La libertà d'espressione ai tempi del web, solo "bufale", fake news e post verità? Piccolo manuale di sopravvivenza in rete

di M.L 10/02/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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Da una quindicina d’anni a questa parte l’informazione e la comunicazione in genere sono state caratterizzate da processi di liberalizzazione e rimodulazione dei criteri tradizionali di produzione, gestione e diffusione dei contenuti. Una rivoluzione resa possibile dall’avvento di internet e dalla conseguente “democratizzazione” dei mezzi informativi e comunicativi. Con la possibilità, potenzialmente offerta a tutti, di realizzare il proprio sito internet dal quale produrre e diffondere informazioni, comunicazioni, notizie, con l’avvento del blog come specifico strumento informativo digitale, fino ai social media che hanno moltiplicato esponenzialmente quelle possibilità, possiamo certamente dire che il modo di fare informazione e comunicazione è radicalmente cambiato.

La prima conseguenza, certamente positiva, è stata la proliferazione delle fonti informative. I tempi in cui si contavano sulle dita di una mano i centri di produzione e diffusione delle informazioni, sembrano distanti anni luce. Un panorama informativo quello che era limitato, ristretto in confini nazionali e per questo inevitabilmente più facile da controllare per il potere politico, economico e in generale per tutti i poteri che da sempre provano a mettere le mani sull’informazione.

Invece oggi assistiamo, e ne siamo tutti potenzialmente e costantemente soggetti attivi, alla pluralità delle voci che il web produce senza posa. Questa opportunità è una delle più straordinarie rivoluzioni degli ultimi due secoli. Non possiamo nutrire dubbi in proposito, massimamente alla luce della considerazione che tutto il pensiero contemporaneo ha individuato proprio nella pluralità della partecipazione, quindi anche della partecipazione all’informazione, il cardine e le fondamenta delle moderne democrazie. E’ esattamente questo ciò che ci contraddistingue come cittadini autenticamente consapevoli, rispetto ai modelli di democrazie imperfette della pre-modernità. Pluralità di informazioni si traduce in pluralità di punti di vista, di partecipazione e dunque in pluralità di possibilità e azioni per cambiare attivamente e fattivamente la nostra realtà. Chi nega la forza democratica del web come centro, centri, di produzione dell’informazione e dunque di partecipazione, o non ha capito nulla o è un oscurantista antidemocratico.

Ma non possiamo fermarci a questo fondamentale risultato. Un’analisi trionfalistica del web come soluzione all’eterno problema della correttezza e della libertà dell’informazione, della sua congruità con i fatti, qualcuno dice, con la “verità”, ci spalancherebbe una nuova servitù delle coscienze. Questa volta da noi stessa costruita. Ecco perché la prima questione su cui fare i conti come l’altra faccia della “liberalizzazione dell’informazione” è quella della verifica delle fonti, valida in ogni tempo e per qualsiasi giornalismo, o per qualsivoglia operazione di informazione di cui ci rendiamo protagonisti, ma quanto mai indispensabile oggi poiché potenzialmente infinite le fonti di produzione e diffusione delle informazioni. Un’urgenza che si è imposta da quando ciascuno di noi è potenzialmente un giornalista. Lo siamo perché possiamo dire e riportare e condividere immediatamente con migliaia di utenti, ciò che abbiamo visto, sentito, o ciò a cui abbiamo assistito virtualmente in rete, attraverso decine di dispositivi. Basta avere uno smartphone e un collegamento internet, il nostro sito internet, il nostro blog, Facebook, Twitter,  Whatsapp, fino alle centinaia di chat a disposizione nel web. Piattaforme telematiche che hanno il potere di moltiplicare, amplificare, ripetere anche in modo ridondante e senza soluzione di continuità, il nostro messaggio, il nostro pensiero, la nostra opinione, la “nostra” notizia.

Data per inconfutabile la libertà di ciascuno di utilizzare tali piattaforme per dire la propria “verità”, naturalmente nel rispetto delle altrui libertà e verità, occorre da parte di tutti la chiara consapevolezza che nel momento in cui lo facciamo, diventiamo a tutti gli effetti produttori e diffusori di informazione.  Oggi non c’è bisogno di essere iscritto a nessun ordine professionale per riuscire a diffondere informazione, a patto però che lo si faccia con cognizione di causa. Se accogliamo questo punto di vista non potremo che renderci conto di quanta responsabilità si può nascondere nel semplice gesto di pubblicare una foto, un pensiero, un’opinione, una frase sulle nostre piattaforme virtuali.

Responsabilità che inevitabilmente ha a che fare con la verifica di quello che stiamo pubblicando o riportando e con l’assunzione di un nostro punto di vista che sia, appunto, responsabile. Se solo si riuscisse ad essere consapevoli di questo, una buona quantità di quelle che conosciamo come fake news, bufale, e roba di tal sorta che sempre più spesso si susseguono sulle piattaforme del web, confondendosi con le notizie “ufficiali”, sparirebbe perché noi utenti per primi le oscureremmo. Ovviamente resterebbero quelle messe in giro con dolo dai tanti produttori di false notizie che alimentano teorie strambe, complottismi, o semplicemente perché difendono interessi estremamente potenti che li sovvenzionano, profumatamente, per questo lavoro sporco. Con la responsabilità del proprio ruolo critico di utenti consapevoli quanto meno crescerebbe il numero di chi è riuscito a vaccinarsi contro la falsa informazione.  A tal proposito è utile una breve riflessione sul significato e il valore oggi della “notizia”, tema poco sviluppato nella sua complessità.

Una notizia ha a che fare con la verità, ovviamente, ma è importante tenere a mente che nessuna notizia o informazione potrà mai riempire completamente la casella della “Verità”. Se credessimo che ciò sia non solo possibile ma l’obiettivo finale, non saremmo altro che seguaci di un pensiero fondamentalista che si auto-legittima come proprietario, unico, della verità. E la Storia è piena zeppa di errori e orrori che tale concezione ha prodotto. La notizia, come l’informazione in generale, ha invece relazioni necessarie con le nostre opinioni, le quali si relazionano ai fatti accaduti e all’interesse che nutriamo nei confronti di determinati argomenti e alla scelta di diffonderli come opzione di utilità e di bene pubblico. Ovvero siamo sempre noi, con le nostre sensibilità, il nostro spirito critico e l’idea di appartenere ad una cittadinanza, a produrre e scegliere notizie utili, confacenti ai fatti, rispettose dei punti di vista, in questo senso “vere”.

In futuro dovremo certamente fare i conti, l’Unione europea sta già lavorando in tal senso, a provvedimenti di contenimento delle false notizie. Ma se è vero che il web non si autoregola perfettamente da sé, come si è ritenuto, a torto, per il mercato, è altrettanto vero che dispositivi di censura, quali essi siano, non sono tollerabili se si ha cuore il fondamentale diritto d’espressione. Ciò che andrà contenuto e nei casi dovuti sanzionato, sarà certamente la diffusione delle notizie che incitano all’odio, alla discriminazione, all’insulto e all’offesa personali.

 Questioni fondamentali per il futuro della rete, visto che Facebook ha comunicato proprio in questi giorni alcune modifiche apportate al proprio algoritmo di gestione delle “pubblicazioni”, allo scopo di “identificare e premiare i contenuti autentici. Twitter già da tempo lavora a meccanismi di “selezione” di contenuti “autentici”.

Ma al di là delle strade che prenderanno i nostri “cari” social media, ciò che è estremamente importante per non cadere mani e piedi nei trucchi di chi vuole utilizzare la sacrosanta libertà d’espressione per scopi tutt’altro che virtuosi, è impegnarci tutti noi utenti del web per far maturare la consapevolezza critica di non credere ciecamente a tutto ciò che ci viene proposto. Occorre sviluppare la curiosità e l’interesse a verificare, magari cercando nel mare del web le campane che la pensano diversamente. Esattamente la possibilità che ci offre il web di leggere informazioni, notizie, punti di vista che siano diversi dai nostri abituali, anche dalle nostre più radicate convinzioni, è il reale valore aggiunto delle nuove tecnologie. Se ci si pensa, la vera rivoluzione. Possiamo accedere in rete, in qualsiasi momento, a informazioni che possono scalfire e porre in crisi i nostri punti di vista e utilizzare il web come moltiplicatore di centri di informazione, selezionando quelli più affidabili e mettendo a confronto differenti opinioni, è la grande possibilità di libertà a cui tutti siamo chiamati a rispondere. Un’opportunità che cresce e migliora proprio grazie al contributo specifico di tutti, ecco perchè l’informazione del web può essere realmente critica, condivisa, approfondita, interattiva, attiva, separata dai grandi poteri che non hanno interesse a modificare le cose.

Si tratta come si capisce di una sfida notevole che ci impegnerà duramente, ma se utilizzeremo gli strumenti straordinari che il web ci offre con l’intelligenza di cui siamo capaci, potremo incidere meglio e concretamente sulle realtà che viviamo quotidianamente, provando a realizzare una più completa democrazia per le società del futuro.   

 

 

 


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